
NICOLÒ ALARIO
Dall’amicizia alla trasformazione mentale
Nico è il mio migliore amico da sempre. È stato il primo a credere in me, il primo a seguire alla lettera ogni mia direttiva. Allenamento, alimentazione, disciplina… tutto.
Abbiamo iniziato durante il lockdown. Vivevo da lui perché a casa mia c’era il Covid. Ci allenavamo in cameretta con qualche manubrio, una sbarra, un bilanciere. Ma non era quello il vero peso: era la sua fame di cambiamento.
Voleva crescere. E sapeva che se mi avesse ascoltato, avrebbe trasformato la sua mentalità prima ancora del fisico.
Stando con me, ha assorbito il concetto di “sacrificio” e “mindset”. Ed è diventata la sua routine. Una necessità.
Mi diceva spesso: “Dormo meglio. Ho più energia. Mi sento più vivo”. E lo capisco. Quando aumenti il rispetto per te stesso, tutto il resto cambia sapore. Ma sempre con umiltà. Perché essere forti non significa essere arroganti.

THOMAS IANNONE
Da zero fiducia a fuoco negli occhi
Un giorno Thomas mi scrisse su Instagram. Mi seguiva da tanto, anche se io non lo conoscevo ancora. Ma dalle sue parole capii subito che era come se lui mi conoscesse da sempre.
Passò in palestra quasi per caso. Nessuna consulenza pagata, nessun appuntamento. Solo due chiacchiere in uno stanzino… ma vere. Di solito non mi dilungo troppo, ma con lui fu diverso. C’era qualcosa. Non era lì solo per “diventare grosso”. Il suo era un bisogno più profondo.
Stava attraversando un periodo buio: problemi familiari, una relazione finita male, e un’autostima a terra. Non sapeva più da dove ripartire. Quella sera parlammo per un’ora intera. Capì subito che avevo davanti qualcuno pronto a dare tutto.
Da lì partimmo: alimentazione, allenamento, disciplina. Thomas non saltava un pasto. Si organizzava, si allenava. Non era facile, aveva una postura disastrosa che rallentava tutto. Ma non mollava mai. E io con lui.
Sotto i pesi cercava la fatica, il dolore. Perché aveva capito che oltre quel dolore c’era la sua rinascita. E oggi, senza quella fatica, non riesce più a stare.

ANDREA BATTAGLINO
Costanza oltre le scuse
Andrea l’ho conosciuto in palestra. Il suo è stato un percorso pieno di alti e bassi. A volte c’era, a volte la motivazione calava. Ma tra un messaggio su WhatsApp e una chiacchierata dopo l’allenamento, non l’ho mai lasciato andare.
L’alimentazione era tosta per lui, l’allenamento un po’ meno. Era giovane, in un’età in cui le distrazioni sono ovunque. Ma anche lavorando tante ore al giorno, Andrea non ha mai usato il lavoro come scusa.
Ha raggiunto una condizione fisica incredibile rispetto al punto di partenza. È migliorato tantissimo anche nella performance, ma il vero cambiamento è stato mentale: oggi segue il piano senza più viverlo come un peso.
E ora può anche sgarrare ogni tanto, senza ansie. Perché se l’è guadagnato.